I consulenti e i clienti di auticon sono supportati dai nostri job coach che si assicurano che l’ambiente di lavoro dei consulenti permetta loro di lavorare a pieno potenziale professionale. I nostri job coach promuovono inclusione e benessere e sono fondamentali nell’assicurare che i nostri consulenti si sentano supportati nel loro lavoro. Soprattutto, forniscono ai clienti supporto e informazioni riguardanti l’autismo sul luogo di lavoro e mediano i feedback tra il cliente e il consulente.
I Job coach preparano i nostri consulenti IT alle attività progettuali, spiegando la vostra cultura aziendale e assicurandosi che abbiano tutto quello di cui hanno bisogno. Si occupano inoltre della formazione sulla neurodiversità e neurodivergenza nel vostro Team, aiutandovi a capire le peculiarità che possono incontrare nelle persone nello spettro autistico e facilitando ogni aggiustamento utile al benessere del consulente auticon, come:
C’è ancora molto lavoro da fare per rendere i contesti professionali adatti anche alle esigenze degli adulti autistici. I colloqui di lavoro rimangono spesso una barriera per le persone neurodivergenti e, una volta assunte, pochissime si sentono a loro agio nel rivelare la loro diagnosi e chiedere un supporto al datore di lavoro. Per questo motivo molte persone mascherano il loro autismo, e ciò comporta una grande fatica, sia fisica che mentale.
I risultati del nostro Impact Report annuale mostrano che i nostri consulenti hanno successo nel lavoro e nella vita, in parte grazie ai nostri fantastici Job Coach.
Alice ha contribuito ad aprire auticon Italia nel 2019. Ha una formazione in psicologia clinica e attualmente si sta specializzando in Psicoterapia Cognitivo – Comportamentale presso l’Accademia di Scienze Comportamentali e Cognitive (ASCCO), per poter essere sempre più un punto di riferimento per auticon Italia.
Ha terminato la sua carriera universitaria con una tesi sulla genitorialità in famiglie con bambini autistici, riportando come il più importante fattore di stress per le famiglie fosse la prospettiva futura per i loro bambini nel trovare una propria autonomia da adulti. Da quel momento, Alice ha iniziato a interessarsi agli adulti autistici.
“Durante la pandemia Covid-19, abbiamo ritenuto utile supportare i nostri consulenti auticon nel loro contesto professionale attraverso un programma di Mindfullness online, nel quale poter esercitare le abilità di flessibilità e consapevolezza. Sono stata molto felice di presentare il nostro studio ‘MIND-AUT: programma online di Mindfulness ACT oriented per adulti autistici’ durante la conferenza mondiale di San Francisco tenuta dalla Association for Contextual and Behavioral Science (ACBS).”
Cosa devono sapere i datori di lavoro riguardo a come condurre i colloqui di selezione con autistici adulti?
Ci sono alcuni aspetti prioritari da tenere in considerazione quando stai conducendo un colloquio a un candidato autistico. Innanzitutto, è necessario mantenere un’attitudine aperta e flessibile per creare un’atmosfera rilassata.
Dal punto di vista prettamente fisico, bisogna adattare l’ambiente alle necessità sensoriali della persona che è intervistata, cercando per esempio di ridurre l’intensità di luci forti, i rumori e gli stimoli visivi. Così facendo, il candidato potrà concentrarsi al meglio sul colloquio, senza ulteriori distrazioni.
L’intervista deve susseguirsi in modo strutturato con domande precise sulla formazione del candidato, la sua esperienza professionale e i suoi interessi peculiari. Si concluda il colloquio dando dei riscontri precisi in merito a come andrà avanti la selezione così che il processo sia chiaro al candidato. Si lasci il tempo per qualche domanda.
Di quali comportamenti riconducibili al “masking” autistico dovrebbero essere a conoscenza i datori di lavoro e come potrebbero rispondere?
Un datore di lavoro dovrebbe conoscere innanzitutto la funzione del mascheramento per le persone autistiche: il masking è quella strategia attraverso cui le persone autistiche imitano i comportamenti neurotipici per inserirsi negli ambienti in cui vivono. Tale imitazione è, però, forzata e non naturale e viene messa in atto per nascondere la propria diversità e la propria fatica nell’adattarsi ad un ambiente “settato” sulle caratteristiche di persone neurotipiche.
Quando una persona autistica si maschera, nasconde i suoi tratti autistici come per esempio lo stimming, l’ecolalia, le differenze di stile di comunicazione e relazione che i neurotipici ritengono non accettabili o bizzarre.
Tutte queste “forzature” possono provocare nelle persone autistiche un sovraccarico difficile da gestire. Un datore di lavoro, riconoscendo le caratteristiche e i bisogni dei lavoratori autistici, dovrebbe parlare chiaramente con il dipendente autistico, chiedendo se ci siano cose da fare per creare un ambiente che accomodi i suoi bisogni.
Quali sono le azioni di auticon Italia per contenere gli stati di ansia e di stress che sperimentano i lavoratori nella loro vita quotidiana?
Oltre ad offrire un supporto individuale specifico, abbiamo creato un programma di mindfulness in gruppo: abbiamo quindi strutturato delle sessioni settimanali che permettono ai nostri colleghi di diminuire gli stati d’ansia concentrandosi sul momento presente, riportando l’attenzione al respiro e rispondendo in modo consapevole ai propri pensieri e alle proprie emozioni.
Il percorso che abbiamo strutturato è un percorso ACT oriented, quindi con un modello cognitivo comportamentale di terza generazione come base. Questo significa che durante le meditazioni il focus è sui nostri valori, su ciò che è importante per noi e su ciò che possiamo fare concretamente per andare verso i nostri valori. Questo riporta le persone a concentrarsi sul qui e ora in modo consapevole, defondendosi dai propri pensieri e distaccandosi quindi dagli stati di forte ansia.