I consulenti e i clienti di auticon sono supportati dai nostri job coach che si assicurano che l’ambiente di lavoro dei consulenti permetta loro di lavorare a pieno potenziale professionale. I nostri job coach promuovono inclusione e benessere e sono fondamentali nell’assicurare che i nostri consulenti si sentano supportati nel loro lavoro. Soprattutto, forniscono ai clienti supporto e informazioni riguardanti l’autismo sul luogo di lavoro e mediano i feedback tra il cliente e il consulente.
I Job coach preparano i nostri consulenti IT alle attività progettuali, spiegando la vostra cultura aziendale e assicurandosi che abbiano tutto quello di cui hanno bisogno. Si occupano inoltre della formazione sulla neurodiversità e neurodivergenza nel vostro Team, aiutandovi a capire le peculiarità che possono incontrare nelle persone nello spettro autistico e facilitando ogni aggiustamento utile al benessere del consulente auticon, come:
C’è ancora molto lavoro da fare per rendere i contesti professionali adatti anche alle esigenze degli adulti autistici. I colloqui di lavoro rimangono spesso una barriera per le persone neurodivergenti e, una volta assunte, pochissime si sentono a loro agio nel rivelare la loro diagnosi e chiedere un supporto al datore di lavoro. Per questo motivo molte persone mascherano il loro autismo, e ciò comporta una grande fatica, sia fisica che mentale.
I risultati del nostro Impact Report annuale mostrano che i nostri consulenti hanno successo nel lavoro e nella vita, in parte grazie ai nostri fantastici Job Coach.
Daiana ha una formazione pedagogica che negli anni è cresciuta e si è arricchita da vari punti di vista, diventando così estremamente funzionale per auticon.Inizialmente gli studi in Scienze della Formazione e dell’Educazione e Scienze Pedagogiche le hanno dato modo di avere uno sguardo professionale sulle disabilità e sulla progettazione educativa.
I successivi studi in Scienze Politiche e il Master in Social Entrepreunership le hanno dato una visione aziendale e progettuale sulle dinamiche imprenditoriali e sociali.
Da questo momento entra nel mondo dell’autismo per non uscirne più. Si dedica infatti allo sviluppo della ricerca e dell’utilizzo del segno con bambini e adulti autistici non verbali, lavora nelle scuole e partecipa a progetti per bambini e adolescenti autistici, continuando sempre a formarsi a 360° sul mondo della neurodivergenza, fino a quando approda in auticon.
Cosa devono sapere i datori di lavoro riguardo a come condurre i colloqui di selezione con autistici adulti?
Se dovessimo fare una ricerca emergerebbe che le domande più frequenti durante i colloqui di lavoro sono: “mi parli di lei”, “Perché dovremmo sceglierla?”, “Qual è il suo sogno nel cassetto?”, “Mi racconti dei suoi punti di forza e di debolezza”, “Come valuta il successo?”, “Come le piace lavorare?”…
Sono tutte domande difficilmente accessibili ad una persona neurodivergente.
Quando svolgiamo i nostri colloqui sappiamo che è importante poter porre sempre domande o dare risposte specifiche, concrete, chiare, che possano evitare l’ambiguità o il mistero.
Diamo indicazioni definite su quella che è la nostra struttura, sul processo di recruiting e sulle possibilità aziendali.
La finalità principale del primo colloquio è quella di comprendere se ci siano l’interesse e le attitudini adatte a poter lavorare nel mondo informatico. Poniamo quindi domande precise sulla formazione, su eventuali precedenti esperienze professionali e sugli interessi peculiari.
Lasciamo che ci possa essere più tempo di attesa nelle risposte, che la persona si possa sentire libera di vivere questo momento con naturalezza e cerchiamo di creare un’atmosfera rilassata e non giudicante.
Un ulteriore aspetto rilevante riguarda la necessità di evitare ogni stimolo sensoriale che possa essere fastidioso o disturbante durante l’intervista, così che il candidato possa eliminare eventuali fattori di stress o di distrazione.
È importante infine dare sempre la possibilità di porre domande e chiarire bene e con precisione ogni eventuale dubbio e step successivo.
Di quali comportamenti riconducibili al “masking” autistico dovrebbero essere a conoscenza i datori di lavoro e come potrebbero rispondere?
La cosa più importante è che il datore di lavoro sappia cosa sia il “masking” e ne conosca il funzionamento.
Il mascheramento è una strategia che viene utilizzata dalle persone autistiche per “mimetizzarsi” e adattarsi in un ambiente che è tipicamente creato e definito sulle caratteristiche delle persone neurotipiche. Vengono infatti riprodotti o imitati comportamenti neurotipici per essere inseriti e accolti in un determinato contesto, specialmente in quello lavorativo. Questo comportamento può presentarsi con modalità differenti, può essere involontario, diventando automatico nel tempo ed essere estremamente faticoso ed estenuante per alcune persone.
Può manifestarsi come il mascheramento di alcuni tratti autistici come lo stimming, nella scelta di un diverso stile comunicativo e relazionale o nell’ auto imposizione di regole sociali scontate e proprie di una realtà neurotipica. Il masking può quindi provocare stress o un sovraccarico molto difficile da gestire, che va inevitabilmente a influire negativamente sul benessere lavorativo.
Nei team di lavoro è importante che una persona autistica si possa sentire libera di vivere i suoi tratti con naturalezza, che possa parlare chiaramente di cosa sia utile fare per far si che l’ambiente di lavoro sia accogliente verso i bisogni, non giudicante e che possa promuoverne la serenità.
Com’è la giornata tipo di un job coach?
Uno degli aspetti più affascinanti di questo lavoro è che ogni giornata sia diversa dall’altra.
Sicuramente nella routine quotidiana non mancano i colloqui con i consulenti, le call con i clienti e il continuo e costante confronto con i Project Manager e i colleghi. In base alle necessità si organizzano formazioni, attività in presenza dai clienti, processi di recruiting o momenti di condivisione nell’ufficio di auticon. La finalità di ogni giornata è doppia: da una parte vi è la necessità di creare continuamente contesti, ambienti lavorativi e realtà che promuovano il benessere lavorativo di tutti, che rispondano alle singole esigenze, dall’altro lato vi è l’importanza di portare avanti e a termine i progetti, aziendalmente parlando, affrontando ogni eventuale problema o nuova necessità con entusiasmo e trovando ogni volta la soluzione migliore possibile!